giovedì 30 aprile 2009

328.......LAVORI IN CORSO


Ieri,presso l'aula consiliare del Comune di Villafrati,si è svolto il primo dei quattro tavoli tematici(minori e famiglie).All'incontro hanno partecipato oltre agli addetti al lavoro del distretto, rappresentanti della ASL,psicologi,pedagogisti, mamme e cittadini comuni.
Uno dei primi problemi emersi è stato il bisogno di dare sostegno alle responsabilità genitoriali,perchè oggi la situazione delle famiglie si presenta quanto mai complessa: famiglie tradizionali,famiglie monoparentali, famiglie ricomposte, famiglie di fatto. Il linguaggio e le modalità che fino a non molti anni fa caratterizzavano la costruzione di legami sociali attraverso l’esperienza famigliare, oggi non sembrano più essere in grado di accompagnare le trasformazioni e gli adeguamenti necessari alla realtà. Nel territorio la famiglia negli anni 80/90 aveva una rete di legami famigliari che dava un supporto educativo e di sostegno nei momento di bisogno e difficoltà. Oggi invece le famiglie vivono un momento di maggiore precarietà dovuto alla lontananza dal posto di lavoro: Precarietà del lavoro: cassa integrazione, mobilità, lavoro nero: Aumento di separazioni, divorzi. La legge 328/00 invita ad occuparci dei bisogni quotidiani delle persone,non solo quelli istituzionalmente definiti; La prassi rileva carenze negli strumenti d’informazione sulle risorse esistenti.
L’immagine che la rete dei servizi produce di sé risulta essere poco adeguata a favorire vicinanza e fiducia da parte delle persone e di altre istituzioni (es. scuola). Le informazioni, viste come strumento per orientarsi nella rete di opportunità in modo adeguato, sono scarsamente accessibili e fruibili da parte dei cittadini. Si riscontrano notevoli difficoltà nella decodifica della domanda e conseguente problematicità nella risposta. Per la risoluzione del problema si ritiene possa essere utile non solo la disponibilità di informazioni adeguate, ma anche la costruzione di legami relazionali tali da permettere la libera espressione di bisogni, accompagnamento e monitoraggio della situazione. Si potrebbe pertanto creare occasione di incontro tra genitori, che possa divenire punto di partenza per relazioni durature e significative tra famiglie. Sostenere, ampliare o attivare la rete sociale di supporto per i nuclei famigliari, soprattutto di auto-mutuo-aiuto tra famiglie e altre forme che vedano come protagoniste principali le stesse famiglie. Caratteristica fondamentale sarebbe quella di non essere un servizio professionale, ma "luogo" d’incontro e attivazione di relazioni alla pari, precedenti il riconoscimento di specifici bisogni e problemi, capaci di sviluppare nuovi processi d’accoglienza, informazione, prima "rilettura" dei bisogni, restituzione d’interventi semplici, orientamento e accompagnamento, caratterizzati da informalità, flessibilità, linguaggio "famigliare".

mercoledì 22 aprile 2009

“Piano di Zona” 2010-2012 - Legge 328/2000



Il Piano di zona è l'occasione offerta alle comunità locali per leggere, valutare, programmare e guidare il proprio sviluppo e va visto e realizzato come piano regolatore del funzionamento dei servizi alle persone. In particolare, il Piano di zona è lo strumento promosso dai diversi soggetti istituzionali e comunitari per:
- analizzare i bisogni e i problemi della popolazione sotto il profilo qualitativo e quantitativo;
- riconoscere e mobilitare le risorse professionali, personali, strutturali, economiche pubbliche, private ( profit e non profit ) e del Volontariato;
- definire obiettivi e priorità, nel triennio di durata del piano attorno a cui finalizzare le risorse;
- individuare le unità d'offerta e le forme organizzative congrue, nel rispetto dei vincoli normativi e delle specificità e caratteristiche proprie delle singole comunità locali;
- stabilire forme e modalità gestionali atte a garantire approcci integrati e interventi connotati in termini di efficacia, efficienza ed economicità;
- prevedere sistemi, modalità, responsabilità e tempi per la verifica e la valutazione dei programmi e dei servizi.

Anche il distretto SS36 si attiva programmando vari incontri a tema a cui potranno partecipare associazioni, enti no profit, privati cittadini, per elaborare e sottoscrivere l’Accordo di Programma che approva il Piano di Zona 2010-2012 da presentare entro il 31 maggio all’assessorato regionale alla famiglia.

I TAVOLI TEMATICI SI TERRANNO SECONDO IL SEGUENTE CALENDARIO:
29 APRILE ---VILLAFRATI - (MINORI e FAMIGLIA)
06 MAGGIO ---BOLOGNETTA ( DIPENDENZE – IMMIGRAZIONE)
13 MAGGIO ----VENTIMIGLIA ( HANDICAP – ANZIANI)
15 MAGGIO --- MISILMERI ( GIOVANI)
TUTTI GLI INCONTRI SI SVOLGERANNO PRESSO L’AULA CONSILIARE DEL PAESE OSPITANTE ALLE ORE 15,30

per capire meglio le necessità del nopstro territorio, e poter lavorare per dare risposte più adeguate ai bisogni della nostra cittadina, ho invitato le istituzioni pubbliche e private e della solidarietà organizzata che operano nel nostro comune, ad un incontro che si svolgerà, LUNEDI' 27 APRILE 2009 , ORE 18,00 centro CARPE


sabato 18 aprile 2009

ANZIANI

mercoled' 22 aprile 2009 alle ore 17,30 presso il Centro Diurno è stata organizzata un'assemblea dei soci; al termine sarà celebrata la Santa Messa.
Durante l'assemblea sarà somministrata agli anziani una scheda di rilevazione sulle attività laboratoriali che si intendono attivare.tra i tanti:
TEATRO
CUCITO
CUCINA
INFORMATICA DI BASE
ARTE E FANTASIA
LETTURA
PERIODICO “inform @ nziani”

mercoledì 8 aprile 2009

TERREMOTO ABRUZZO




In questi momenti il coinvolgimento emotivo e la voglia di darsi da fare rischiano di alimentare la disinformazione ed essere addirittura controproducenti, per cui scrivo qui le cose che tutti dovrebbero sapere per aiutare quelli che in questi giorni si stanno adoperando con professionalità a gestire l'emergenza.
ecco quindi quanto NON BISOGNA FARE.
NON TELEFONARE, per ora Non telefonate al centralino della Protezione Civile per proporvi come volontari o avere informazioni: le linee telefoniche devono rimanere libere per permettere rapide comunicazioni a chi segnala ritrovamenti ed emergenze. Se proprio volete essere certi, telefonate alla Protezione Civile della vostra regione - purché non siate in Abruzzo o in Lazio! - e fatevi dire se e cosa potete fare.
NON ANDARE, per oraNon raggiungete in alcun modo i luoghi colpiti dal terremoto. Verrà il momento in cui saranno utili il conforto e il lavoro dei volontari, ora no: tirare fuori la gente dalle macerie è un’operazione delicata e non ci si può improvvisare, a meno di correre il rischio di intralciare i professionisti e peggiorare le cose. Quindi non andate in Abruzzo, non invitate le persone ad andarci e non diffondete appelli che invitano a farlo. Vi avranno raccontato le storie di trent’anni fa, del Friuli e di chissà quale altro terremoto del passato: le cose sono cambiate. Nei prossimi giorni serviranno persone che aiutino gli sfollati, oggi lasciate fare ai professionisti.
NON DONARE SANGUE, per oraNon c’è alcuna emergenza sangue. L’Avis ha chiesto di fermarsi, perché i centri sono congestionati e le scorte sono più che sufficienti a soddisfare le richieste. Donate il sangue nelle prossime settimane, con la solita frequenza con cui lo fate regolarmente. Convincete altre persone a donare il sangue, che fa bene sempre.
ATTENZIONE A DONARE SOLDI, sempreFioccheranno certamente anche decine di sottoscrizioni e raccolte di denaro: per il momento, fidatevi solo della Croce Rossa Italiana e della Caritas. Versate i soldi direttamente sui loro conti e non via altri intermediari: le coordinate si trovano facilmente online.
Sicuramente state già ricevendo via email e su Facebook frotte di appelli alla solidarietà: non inoltrate tutto alla cieca pensando di fare cosa buona e giusta. Controllate che non contengano informazioni false o non aggiornate, controllate che non contengano i numeri telefonici della Protezione Civile o riferimenti all’emergenza sangue: inviare appelli errati può essere controproducente e alimentare la confusione.

mercoledì 1 aprile 2009

Democrazia e libertà.....di parola

finalmente mi riallaccio ad internet e, dopo un po di lavoro, decido di leggere ciò che si scrive nei locali blog.Tranne qualche articolo interessante ed intelligente che mi partecipa le ultime novità paesane o mi riporta alla memoria storie che credevo passate(anch'io sono stata scantata da piccola)leggo attacchi gratuiti all'attuale amministrazione, di cui mi fregio far parte, non limitate alla contestazione dell'operato ma, cosa più grave, alle persone. Non ritenendo necessario sottolineare quanto le parole scritte nei blog poco intralciano il mio volere operare a favore della collettività tutta, perchè, lo vogliate o no, oggi ho la responsabilità di una delega difficile e delicata e "con scrupolo e coscienza" cerco di occuparmene.Ma veniamo al dunque: la libertà di parola è, nel mondo moderno, considerata un concetto basilare nelle democrazie dove la censura non trova l'appoggio morale per operare.Nell'antica Grecia si chiamava parresia,ed era cioè la facoltà che i cittadini avevano di esprimere la loro opinione liberamente durante le assemblee pubbliche che si svolgevano nell'agorà. Gli antichi greci avevano stabilito che per dire la verità occorreva "dire tutto" ciò che si aveva in mente. Il filosofo greco Platone distingue due forme di parresia: una parresia falsa, stolta e distruttiva da una parte; dall'altra una parresia veritiera, sapiente e costruttiva. Platone riteneva infatti pericoloso per una buona democrazia rivolgersi ai propri concittadini e dir loro qualunque cosa anche la più stupida o la più offensiva che venisse in mente: in tal caso, la libertà di parola, senza una riflessione razionale, era dannosa per il bene della polis. Invece, per un corretto impiego della parresia, era necessario che chi vi ricorreva avesse delle qualità morali e soprattutto il coraggio di correre un rischio o un pericolo conseguente a ciò che diceva. Buoni erano allora quei consiglieri del sovrano se, dicendo la verità, correvano il rischio di essere puniti, esiliati o uccisi; così buono era quel governante che, dicendo ciò che ha davvero in mente, rischiava di perdere la popolarità, la maggioranza, il consenso. La libertà di opinione non può e non deve essere equivocata con la libertà di insulto, di offesa, di diffamazione dell'altra persona. E' principio costante che la critica, per quanto ficcante e mordace possa essere, mai debba diventare insulto, dileggio, gratuito dispregio della persona; qualora ciò avvenga non si è più in presenza di una critica, scriminata dal diritto costituzionalmente garantito della libertà di espressione, ma di una diffamazione. La giurisprudenza ha avuto modo di individuare il confine tra critica e diffamazione in particolare nella continenza espositiva, essendo inacettabile che la disputa politica o sindacale si tramuti in un attacco alla persona o alla sua reputazione.
ben vengano quindi ,anche anonimamente, quelle critiche atte a spronare, correggere, incitare un'amministrazione a migliorarsi e a lavorare di più. Ben vengano le provocazioni che hanno come scopo creare un'opposizione cittadina che sia da stimolo ad un governo. Ma le offese pubbliche e gratuite sono da condannare, alla pari di un anonimato che serve non a nascondere una timidezza, ma a garantire, nella stessa maniera di un comportamento criminale e delinquenziale, l'incapacità o l'impossibilità di relazionarsi sulla verità.