mercoledì 8 aprile 2009

TERREMOTO ABRUZZO




In questi momenti il coinvolgimento emotivo e la voglia di darsi da fare rischiano di alimentare la disinformazione ed essere addirittura controproducenti, per cui scrivo qui le cose che tutti dovrebbero sapere per aiutare quelli che in questi giorni si stanno adoperando con professionalità a gestire l'emergenza.
ecco quindi quanto NON BISOGNA FARE.
NON TELEFONARE, per ora Non telefonate al centralino della Protezione Civile per proporvi come volontari o avere informazioni: le linee telefoniche devono rimanere libere per permettere rapide comunicazioni a chi segnala ritrovamenti ed emergenze. Se proprio volete essere certi, telefonate alla Protezione Civile della vostra regione - purché non siate in Abruzzo o in Lazio! - e fatevi dire se e cosa potete fare.
NON ANDARE, per oraNon raggiungete in alcun modo i luoghi colpiti dal terremoto. Verrà il momento in cui saranno utili il conforto e il lavoro dei volontari, ora no: tirare fuori la gente dalle macerie è un’operazione delicata e non ci si può improvvisare, a meno di correre il rischio di intralciare i professionisti e peggiorare le cose. Quindi non andate in Abruzzo, non invitate le persone ad andarci e non diffondete appelli che invitano a farlo. Vi avranno raccontato le storie di trent’anni fa, del Friuli e di chissà quale altro terremoto del passato: le cose sono cambiate. Nei prossimi giorni serviranno persone che aiutino gli sfollati, oggi lasciate fare ai professionisti.
NON DONARE SANGUE, per oraNon c’è alcuna emergenza sangue. L’Avis ha chiesto di fermarsi, perché i centri sono congestionati e le scorte sono più che sufficienti a soddisfare le richieste. Donate il sangue nelle prossime settimane, con la solita frequenza con cui lo fate regolarmente. Convincete altre persone a donare il sangue, che fa bene sempre.
ATTENZIONE A DONARE SOLDI, sempreFioccheranno certamente anche decine di sottoscrizioni e raccolte di denaro: per il momento, fidatevi solo della Croce Rossa Italiana e della Caritas. Versate i soldi direttamente sui loro conti e non via altri intermediari: le coordinate si trovano facilmente online.
Sicuramente state già ricevendo via email e su Facebook frotte di appelli alla solidarietà: non inoltrate tutto alla cieca pensando di fare cosa buona e giusta. Controllate che non contengano informazioni false o non aggiornate, controllate che non contengano i numeri telefonici della Protezione Civile o riferimenti all’emergenza sangue: inviare appelli errati può essere controproducente e alimentare la confusione.

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